Critica

Innocenzo Odecalchi pittura e scritture perdute

"La Repubblica"- Cronaca di Roma

 

La nicchia nel muro è alta e profonda. In quell’ombra della Nube di Oort, Innocenzo Odescalchi ha deciso di intervenire con un dipinto, di due metri e mezzo per tre e mezzo, ad hoc. In cui pittura e “Scritture perdute” (il titolo della personale dell’artista attivo a Roma dal 1993) scavano in profondità. La terminazione centinata della tela ricorda una pala d’altare. E la dominante dell’opera è un giallo che evoca, quasi emana, luce. Su cui si snoda, rosso, l’alfabeto segnico della scrittura-pittura. A proposito dei tre dipinti in mostra il poeta Valentino Zeichen ha scritto: “Segno e immagine: Giano bifronte; scorrono capricciosi e speculari nel divenire delle forme”. E di questa dialettica “Odescalchi ne avverte la duplice presenza esplorando l’universo dell’astrazione”.(Carlo Alberto Bucci)