Critica

Le astrazioni di Odescalchi

"Trovaroma" - Mario de Candia

 

Con il titolo di “Prima dei Geografi”, Innocenzo Odescalchi (Roma 1956) allestisce un corpo unitario di lavori costituito da dipinti ai quali abbina, come elementi paralleli e consequenziali ai quadri, opere tridimensionali di grandi dimensioni realizzate in ferro, tela, legno. L’artista è autore di un discorso che negli ultimi anni, per atteggiamento e linguaggio, si riporta ad alcune fra le tante matrici storiche dell’astrazione informale. La sua pittura, vale a dire, fa proprie delle concezioni che vogliono l’opera d’arte come una sorta di realtà sé, non connessa con l’esperienza quotidiana; che privilegiano ciò che si pone al di fuon delle convenzioni; che tendenzialmente negano o mettono in severa discussione il valore delle attività di rappresentazione (in questo caso quelle richiamate dal titolo, cartografia e mappatura del mondo) che necessariamente presuppongono un filtro attivo della ragione. Le opere si propongono come il risultato di un processo di analisi e successiva decostruzione delle convenzioni e delle simbologie usuali nella rappresentazione in piano delle realtà geografiche tridimensionali. Vogliono evocare -scrive Francesca Pietracci, curatrice della mostra- un’idea del viaggio ed anche di una riscoperta della materia che ci circonda.